(Svart Records) Terzo capitolo in un decennio di storia per questa band finlandese unica, caratterizzata da una line up molto inusuale, la quale prevede l’iconica voce di Ike Vil affiancata da ben tre voci femminili (Hanna Wendelin, Nelli Saarikoski e Tarja Leskinen), tre chitarre, oltre al basso, alla batteria e alle tastiere che vanno a completare una line up di ben nove elementi. Occulti, misteriosi, seducenti, deliziosamente dark, immensamente malinconici con le loro melodie comunque brillanti, incalzanti, energetiche e trasudanti rock potente. L’inebriante voce di Ike Vil si fa coccolare dalle tre voci femminili sull’esplosiva ed esplicita fin dal titolo “Black Blacker Than Black”. C’è romanticismo mistico nella provocante “Language of the Birds”, mentre un velo di mistero esotico trasuda dalla ritmica irrequieta ed ottantiana di “Alexandria”, uno di quei brani della band finlandese capaci di ritornelli irresistibili. Più spazio alle ragazze nella luminosa ma decadente “Melinoe”, incedere narrativo con “The Singer”, un brano con una chitarra particolarmente esaltante, un pezzo nel quale ogni elemento della band riesce a lasciare il segno. Ipnotica, pulsante e sicuramente occulta “Nyktophoros”, ancora dettagli esotici, addirittura etnici -tra l’altro spesso presenti in questo terzo disco- sulla favolosa “Mother of Phantoms”, con quelle voci che si inseguono stuzzicandosi mentre dilagano atmosfere tetre che catturano soleggianti chitarre dal sapore latino. Puro dark rock gotico con “Ædel”, prima della conclusiva “Ivory and Horn”, la quale continua a sorprendere, incantare, sedurre conducendo sempre più lontano, verso destinazioni tanto ignote quanto incantevolmente irresistibili. Una band in forma splendente, erogante la massima potenza, una band capace di espandere la propria radice dark e gotica verso orizzonti indefiniti, sconfinati, illimitati, arrivando ad integrare, inglobare e ridefinire idee musicali con origine da scovare in ogni angolo del pianeta, cosa che eleva i Sleep Of Monsters ben al di sopra del loro genere ‘di appartenenza’, ben oltre i confini stilistici tipici del loro paese. Un altro album magico, un altro album che invita a vagare nelle tenebre, canticchiando, ballando, facendosi sedurre da peccati che diventano virtù, da orrori che diventano piaceri, da misteri che accecano con la loro luminosissima magia.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10