(Autoproduzione) Nel giro di quattro lavori in studio, le Slut Machine hanno spaziato un po’ attraverso tutte le sonorità che hanno caratterizzato gli anni ’90. Inizialmente orientata verso un punk in stile Riot Grrrl, la band è poi passata ad un sound decisamente più heavy, mantenendo sempre vive quelle malinconiche ed oscure atmosfere alternative, fino ad inglobare sonorità vicine allo stoner. Immaginate una jam tra L7, Garbage, Kyuss e Pantera ed avrete un’idea abbastanza precisa di come suona “Black Cage”. Ottima la prova vocale della new entry Sara Matera, in arte Ginger, dotata di una voce eclettica in grado di passare dal calore del blues alla malinconia tipicamente alternative. La formazione milanese si dimostra ben coesa e con uno stile molto personale, nonostante la vasta gamma di sonorità. Le Slut Machine hanno, infatti la rara capacità di rivoluzionare il proprio sound , senza per questo rinnegare quanto fatto in passato.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10