(autoprodotto) Il terzo lavoro del duo sloveno Snøgg, conferma quello stato di alterazione mentale già palesemente evidente con il precedente “Ritual of the Sun” (recensione qui). Un solo lungo brano (questa volta di venti minuti) nel quale black metal, post black, avant-garde e noise teatrale si mescolano in una incestuosa cacofonia tradotta in espressione sonora. Meno ‘spirituale’ del precedente, “Dan, ko je Vrag vzel šalo” apre con tendenze dark/black metal, evolve lentamente, diventando un folk violento, un metal estremo e fuori controllo… fino ad una lunga parentesi dark-teatrale, ai confini del noise demoniaco. Con testi che compongono un concept ispirato ad una novella di Josip Jurčič, il primo autore in lingua slovena, il duo si mostra molto creativo, qui supportato da numerosi ospiti, come Anino Üfø Leatherbee (viola) e diversi vocalist che interpretano i personaggi della storia (Krjavelj, Kmet Matevž, Krčmar Oberščak e lo stesso Josip Jurčič ). La fonte di questa favolosa pazzia? Un misticismo fondato su una vastità di radici, dalle tradizioni slave a quelle indù, dai Maya alle popolazioni nordiche, fino ai credo reperibili nelle saghe di fantascienza come Star Wars. Controindicazioni? I primi ascolti possono generare disgusto, astio, senso di nausea… i successivi, se osate, creano una stranissima e pericolosa e sadica dipendenza psichica!

(Luca Zakk) Voto: 8/10