(Steamhammer / SPV ) Dalla prima formazione nel lontano 1982, dal primo mitico EP “In the Sign of Evil” o dal primo intramontabile album “Obsessed by Cruelty”, ne è passata di acqua sotto i ponti. Ed anche musicisti alla corte di Lord Tom Angelripper, il re assoluto, l’unico vero dio di questa religione devota alla sodomia: una manciata di batteristi, compreso il compianto Chris Witchhunter e diversi chitarristi. Ma a volte si torna a casa, si torna al castello, al maniero, ed ecco che “Genesis XIX” segna il ritorno di Frank Blackfire, chitarrista storico della band, l’axe man che ha aiutato a forgiare dischi inossidabili quali “Persecution Mania” e “Agent Orange”, album entrati di diritto nella storia. Per quanto i Sodom abbiano avuto una carriera variegata, con album diversi tra loro, compresi i favolosi “Better Off Dead” o “Tapping the Vein” ed i (forse) meno ispirati “Get What You Deserve” o “Masquerade in Blood”, è innegabile che il loro esserci sempre, il loro non mollare mai, il loro perseverare ha istituito una colonna portante essenziale per la scena metal mondiale. E a quasi quarant’anni di storia, dopo quindici album in studio ecco che il sedicesimo, “Genesis XIX”, riassume tutta la storia facendo convogliare in queste dodici tracce tutta la violenza, la rabbia, l’oscurità e l’unicità dei Sodom! Un riassunto che parte dal ritorno di Blackfire, una sintesi che giunge ad un disco privo di un vero sound identificativo dell’album stesso (come successe praticamente sempre in passato), preferendo offrire quasi un’ora di musica firmata a sangue dalla band, musica marchiata a fuoco con lo stemma dei Sodom e di tutti questi lunghi ed avvincenti anni! “Sodom & Gomorrah” conferma subito quanto detto sopra: qui l’agente arancione dilaga copioso da ogni maledetto solco affrontato dalla puntina del giradischi… un senso di energetica nostalgia che convince immediatamente e poi, tanto per chiudere il cerchio, ecco che emerge “Euthanasia”, pezzo nel quale ‘agent’ esplode solo dopo una buona dose di manie di persecuzione! La title track apre molto thrashy per poi evolvere verso un’ottima oscurità di matrice guerrafondaia. Capolavoro “Nicht Mehr Mein Land”! Un brano poderoso, la definizione assoluta dell’head banging… no, davvero, se tornano i concerti e Tom & co, decidono di cacciare in scaletta questo pezzo… emergerà una nuova crisi sanitaria, ma questa volta di matrice ortopedica! “Glock N‘ Roll” è veloce, tecnica, super melodica e con assoli favolosi, mentre “The Harponeer” dilaga con una tendenza doomy per poi arrabbiarsi e rivelarsi spietata e meravigliosamente vintage nel momento in cui si scatenano gli assoli. Sodom di altri tempi con “Dehumanized”, favolosa “Occult Perpetrator”, un brano apparentemente semplice, lineare e diretto ma assolutamente letale per le articolazioni del collo… con una seconda parte che sorprende (si, i Sodom sanno ancora sorprendere) e coinvolge. A proposito di sorprese o di idee imprevedibili, ecco che la prima metà di “Waldo & Pigpen” risulta in un certo senso innovativa (almeno per i Sodom) e subdolamente atmosferica… prima di tornare alla crudele violenza tipica del sound della band. Nel finale due pezzi scelti anche come singoli: “Indoctrination” furibonda e tagliente, e la preferita di Tom, “Friendly Fire”, altro brano con le sue care tematiche belliche ben espresse anche dal punto di vista musicale. In questo nuovo disco si sente la contrapposizione tra i due chitarristi: Frank, più esperto e capace di sonorità trasversali, e Yorck Segatz (anche nei Neck Cemetery) decisamente più thrash, più headbanger, più selvaggio. E si sente anche l’efficace irruenza tecnica del nuovo batterista, Toni Merkel (anche nella band solista di Frank). Nel complesso si sente una band rinata, rinfrescata, totalmente rigenerata. “Genesis XIX” è incalzante, poderoso, travolgente: certo, non è la sconvolgente novità portata sulla scena da alcuni dei suoi predecessori… ma con questo lavoro i Sodom continuano a mostrare a tutti come si suona questo genere, anche dopo quattro lunghi decenni durante i quali tutti hanno inventato e suonato di tutto. Con bands che emergono e scompaiono, con la totale assenza di live, con l’esagerata frivolezza della musica moderna, più orientata ai social piuttosto che all’efficacia, i Sodom sono un punto di riferimento, una certezza, la luce di quel faro in un mare burrascoso. I Sodom sono una religione, l’unica speranza di salvezza per noi povere anime perse!

(Luca Zakk) Voto: 9/10