(Is it Jazz? Records) Con una copertina ancor più bella di quella del debutto omonimo (recensione qui), giungono al secondo disco i jazz-progster norvegesi Soft Ffog, la band composta da membri di altre importati realtà nordiche, quali Krokofant, Red Kite, WIZRD o Grand General. Tanta chitarra, un basso iconico, una batteria tumultuosa e tutte le tastiere del mondo: musica istintiva, musica passionale, musica ispirata, musica che nasce da qualche jam… venendo poi catturata in un preciso istante spazio temporale e incisa su un erotico vinile dai tizi della Is it Jazz? Records. Ma la musica è dinamica, è dinamismo: quella qui incisa è irripetibile, forse nemmeno nel minuto successivo la band stessa sarebbe stata in grado di ripetersi in maniera identica, in quanto il solo tentativo renderebbe insensato l’intero approccio artistico dietro a un trio che sembra abbracciare il concetto giapponese del ‘Ichigo Ichie’, il quale vede ogni istante, ogni secondo, ogni esperienza come unica e irripetibile. Dentro questo fermo immagine spazio temporale, ecco quattro brani incredibili: ci sono pure delle idee funcky nel groove di “Camel”, c’è un virtuosismo senza confini con “Pocus”, mentre “Focus” offre fantasia melodica e di performance d’ensemble senza alcun limite. La conclusiva “Oh Jimi” strizza l’occhio al rock settaniano, anzi lo prende proprio per mano per accompagnarlo in un crescente vagabondaggio stilistico ed eclettico privo di confini reali o immaginari. Un monumento alla libertà musicale, il culto dell’improvvisazione, una nuova definizione di gusto melodico e di sublime sensibilità artistica.
(Luca Zakk) Voto: 10/10