copsolarhalos(Devouter Records) Giuro, non so quante volte ho ascoltato questo lavoro dei Solar Halos e alla fine nemmeno ho capito quanto possa piacermi, anzi convincermi. Le cose stanno così. In effetti è un tipo di sound che rientra nelle mie preferenze, perché al centro di un’ipotetica convergenza tra heavy psych, sludge e noise. Avete presente quelle tipiche canzoni che sembrano delle marce di decadenza, che avanzano con una batteria che colpisce con insistenza sui piatti e batte a fasi alterne il resto? Avete presente quei riff spessi come muri di calcestruzzo foderato di acciaio? Avete presente quelle voci che in realtà non cantano? Sono di Chapel Hill del North Carolina i Solar Halos e sono il batterista degli Horseback John Crouch, il bassista dei Fin Fang Foom Eddie Sanchez e la chitarrista e cantante Nora Rogers, anche lei ai primordi negli Horseback e poi nei Curtains of Night. C’è qualcosa di stoner, in “Tunnels”, e andature semi-ipnotiche, in “Migration”, il resto è quella decadenza, quella pesantezza e quell’anima tra nichilismo e sonorità poderose che spazzano via ogni cosa e si ripetono uguali a se stesse. Come un motore che fatica ad avanzare e produce suoni irregolari e affaticati. Anche “Wilderness” si avvicina allo stoner, ma sarebbe meglio parlare di desert/cosmic rock, per quella sua poco appariscente vena lisergica. Le fasi più calme sembrano dare un’atmosfera più seducente. Dunque, mi ha convinto? Tali sonorità nonostante la loro pesantezza e lisergica essenza sono abbastanza asciutte, essenziali e questo genere di situazioni così ‘pelle e ossa’ non vengono gradite da tutti, anche se a me non dispiacciono i Solar Halos (prova ne è il voto), debbo riflettere che occorre un minimo di disposizione d’animo per calarsi in questa pesante e martoriata atmosfera.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10