(Transcending Records) Questo album segue il precedente “An Empty Frame” e si avvale nuovamente della produzione di Mike Watts (Sleepwalkers e altri), il quale affianca i due svedesi e membri effettivi della doom band Stefan Nordström, chitarra e voce, e Jonas Bergkvist, basso, per la batteria e tutto quello che riguarda l’elettronica. “Contemplations” mostra passaggi non sempre strettamente metal, anzi decisamente rock e con eco di Tool, Porcupine Tree e Anathema. La voce mostra un’alternanza tra growl e clean, la seconda però è mirata soprattutto nelle parti rock e calme. Melodie insinuanti tracciano una linea docile e armoniosa, spesso pilotate da un semplice fraseggio della chitarra, come in “Chains” e “Catharsis”. Gli otto pezzi però non hanno tutti lo stesso aspetto, “Streetlights” ad esempio è sospesa tra tratti rock e appena metal, rivelandosi una strumentale forse anche lievemente atipica rispetto alla media generale. Docile “22”, per via del vasto uso dell’arpeggio, soluzione piuttosto aggraziata quando è in uso dai Soliloquium. “Wanderlust” mostra un passo lievemente più sostenuto e frizzante rispetto agli altri pezzi. Apprezzabile lo scivolare tra una sezione e l’altra, tra uno stile mitigato e uno più fragoroso. Il doom dei Soliloquium è affatto chiuso e ripetitivo, nonostante poi gli svedesi puntino a composizioni dall’ampio minutaggio e a farle risultare scorrevoli.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10