(Sun & Moon Records) Le cartelle stampa di solito esaltano al massimo qualsiasi band, da quella evidentemente migliore a quella schifosamente peggiore, dichiarando pregi o similitudini che poi spesso si rivelano inesistenti. Ma per i Solipsism la dichiarazione ‘una delle migliori armi segrete del black metal slovacco’ è assolutamente e maledettamente azzeccata! Di questo trio non si sa molto, sembra che questa sia la loro prima pubblicazione ufficiale ma, dannazione, che oscura perla nera, uno scrigno di malvagità intensa, palpabile, tuonante! Pubblicazione schietta, diretta, breve, quasi un EP, solo cinque brani, ma estremamente coinvolgenti. Suggestiva l’introduzione melodica e drammatica intitolata “Ozveny minulosti”. Ma è con “Posledný nech zhasne” che i Solipsism iniziano a sputare veleno, con un black feroce, vagamente old-school, sferzato da growl letali, blast beats… ma anche il pianoforte che si insinua con malizia quando meno te lo aspetti; il brano apre poi a parentesi atmosferiche inquietanti, vira verso mid tempo con un tremolo dalla tendenza depressiva, chiudendo poi con un’ambientazione ipnotica. Stupenda “Negalomania”: furia cieca alternata a mid tempo glaciali, assalti oscuri, aperture brillanti, cadenze marziali, parentesi acustiche che poi esplodono con veemenza e guerrafondaia potenza. Tutto cambia con “Krst rozbitým sklom”, un brano atmosferico con una radice che ricorda i Lustre, ma con chitarre inquietanti ed un crescendo di violenza e sonorità estremi semplicemente irresistibile. La conclusiva “Ozveny budúcnosti” è un’altalena intensa di cambi di tempo e tematiche, uno stile compositivo riconducibile ai miglior Cradle of Filth, ma con una crudeltà intrinseca più funerea. In meno di mezzora con “Trhliny v (ne)skutočnosti” (‘Le crepe nella (ir)realtà’, ndr) questa band sputa in faccia gran parte di quello che il miglior black metal deve offrire. Compresa la loro indubbia appartenenza ad un underground putrido ed un immancabile velo di mistero!

(Luca Zakk) Voto: 9/10