copSolitaryCrusade(Autoproduzione) Ulteriore metamorfosi per Eric Castiglia, che raggiunge la completa dimensione di band (lasciando da parte il suo nome), dopo una transizione dall’aspetto quasi solista (quando pubblicò “The End Of Our Days”), pur mantenendo l’impostazione di one man band. Metamorfosi che però conferma l’ottima direzione musicale del chitarrista, che continua con un ottimo melodic death pieno di tecnica, idee, divagazioni prog. Sono solo 25 minuti, un EP, ma tutto risulta così coinvolgente, con un gusto vintage ed una visione trasversale che deriva ancora una volta dalle varie influenze di Eric. Bella ed elaborata “Cold Water” con un uso degli strumenti intelligente, complesso ed estremamente coinvolgente. Rapisce la deviazione di “Imaginary World”… quasi sei minuti pazzeschi, dove -con una omogeneità impressionante- ci si trova in territori prog metal, per poi saltare all’improvviso sull’heavy, per poi rendersi conto di essere sul death… con accenni al virtuoso. Un pezzo validissimo che innalza il valore dell’intero EP. Alle soglie di un metallo più digitale, con accenni metalcore su “Black Clouds”, il tutto in un concetto che la rende contemporaneamente rilassante ed inquietante. La title track “Future” vanta questo titolo emblematico: qual è il futuro di questo genere? Forse Eric offre un’idea… questa idea… dove ritmiche incalzanti assolutamente inospitali lasciano spazio ad una essenza spaziale, suoni che proiettano in dimensioni lontane dalla terra, lontane da leggi fisiche note, per poi tornare imponente su inferi molto violenti. Ottima prova. Un EP che marca una direzione interessante e convincente. In un certo senso i Solitary Crusade mi ricordano la diversità dei Cynic, ma qui c’è materiale più diretto, più d’assalto, più sfruttabile nonostante la complessità concepita sia tutt’altro che ovvia. Ora è il momento del full “length”…

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10