(Autoproduzione) Ecco la band che non ti aspetti: dall’estremo ovest della Norvegia, i Sometimes we make Music esordiscono con un debut indecifrabile quanto accattivante, che mette assieme stili, influenze, elementi visivi (la copertina fa pensare al death, le immagini promozionali all’art o all’ambient) in un mix per il quale non ho paragoni. Lo mostra subito la opener “By the Might of the Crow”, che ha un impianto sonoro potente, fra il sinfonico, il melodic death e il folk: un paragone non troppo lontano potrebbero essere gli ultimi Ensiferum, ma per certi versi anche i King of Asgard, se non addirittura i Moonsorrow… non so se rendo l’idea! Serrata e allo stesso tempo trionfale “Famine”, mentre “Hymn to the lost Lord” passa da momenti marziali ad altri d’atmosfera, soprattutto grazie alle keys. “Queen Annes Revenge” è invece un brano molto più orientato sul versante folk, con addirittura un inizio ‘da taverna’ e uno sviluppo da primi Alestorm, quelli ancora dotati di un briciolo di serietà. “My Demon” è una rarefatta ballad gotica, interpretata da Danny V. Johannessen su profondi toni baritonali, mentre “The Return” si spinge fino al black/folk metal, o se volete a questo punto al viking! Ogni brano è diverso dall’altro, e se “Trail of the Fallen” ne perde in omogeneità, ne guadagna certamente in effetto sorpresa, in capacità di coinvolgere e accattivare un metallaro open mind. Date un ascolto… non ve ne pentirete!

(René Urkus) Voto: 8/10