(Cruz del Sur Music) Questo del Sommo Inquisitore è un album davvero particolare, che va attentamente analizzato. Di fatto si tratta del nuovo progetto di Giuseppe Cialone, cantante dei Rosae Crucis e dei Tyr: ancora heavy metal orgogliosamente in italiano, stavolta espressamente dedicato a tematiche medievali – e in particolare, come è facile indovinare, al lato oscuro di quest’epoca. La violenza, il potere pervasivo della Chiesa, pestilenze (ovviamente!) e il dolore sono i temi portanti dei testi, sempre ben concepiti e ben adattati alla musica; ne viene fuori un disco heavy/epic forse musicalmente meno aggressivo di quelli dei Rosae Crucis, ma capace di creare atmosfere d’impatto, con un Cialone assoluto mattatore, grazie alle sue interpretazioni ora teatrali, ora sardoniche (come ad esempio quando, alla fine della tristissima “Angéle de la Barthe”, dedicata alla storia della prima donna processata come strega, dopo l’ultimo verso “E lo sguardo Suo / Presto lo ritroverai” il nostro aggiunge, inatteso, “…all’inferno”). Quali sono allora i brani meglio riusciti? Anzitutto “Pestilentia”, il pezzo musicalmente più irruente e forse più vicino ai Rosae Crucis; e la titletrack, con il suo testo torrenziale e feroce contro tutto l’orrore e l’ipocrisia dell’Età di Mezzo (o almeno dei suoi aspetti più legati alla religione).Va poi ri-menzionata “Angéle de la Barthe”, con dei passaggi molto lirici di violino, che stridono con il testo crudissimo; “Torquemada” ha un approccio più epico, mentre “La Mano di Dio” si ricollega, mi sembra di capire, ai temi relativi alle Crociate (o comunque alle ‘guerre sante’) già esplorati in “Massoneria” (sempre dei Rosae Crucis). Il risultato finale è incisivo, particolare e a tratti trascinante; oltre ad essere una ulteriore dimostrazione che, almeno quando si tratta di queste tematiche, l’italiano si presta bene all’heavy metal!

(René Urkus) Voto: 8/10