(Nuclear Blast Records) Sono passati quattro anni da “Ritual” (recensione qui), album che mostrò una vena compositiva notevole, stupendomi non poco, visto che ormai reputavo il leggendario Max Cavalera un bollito, un disco che mi fece gridare al miracolo, consegnando un buon Max ispirato come non accadeva dai tempi dei Sepultura. Mi sono quindi approcciato al nuovo “Totem” con un mix di entusiasmo e disillusione, perché non pensavo che i Soulfly potessero fare meglio rispetto alla precedente release… ma si è trattato di una disillusione che si è tramutata subito in gioia ed esaltazione. Ogni canzone di questo platter sembra nata per scatenare il putiferio sotto il palco, grazie ad riffing che rimandano ai Sepultura di “Arise” e “Chaos A.D.”, non trascurando però la svolta tribale avvenuta successivamente. In buona sostanza, possiamo definire “Totem” come un best of di inediti della carriera di Max, il quale si è avvalso di alcuni ospiti d’eccezione: John Tardy (Obituary) presta la sua inconfondibile voce nella devastante “Scouring The Vile”, mentre alla chitarra troviamo Arthur Rizk al posto dello storico axe man Marc Rizzo. Oltre che valido polistrumentista, Rizk è famoso per aver prodotto le ultime fatiche di Kreator e Sacred Reich, tanto che qui lo troviamo dietro la consolle insieme a Max, ed i due riescono a conferire al disco un sound moderno e potente senza snaturarne lo spirito old school. Se volete farvi un’idea del contributo che Max ha dato al metal in quasi quarant’anni, “Totem” è l’album che fa per voi.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10