(Record Heaven-Transubstans Records) Progetto sorto in Russia ad opera della polistrumentista Alisa Coral, gli Space Mirrors propongono in questo quarto album una manciata di brani ispirati al mondo di Lovercraft, autore usatissimo nel mondo metallico. La gamma degli ospiti presenti è molto vasta e variegata: agli ex-Hawkwind Nik Turner e Alan Davey si affiancano anche i nostri Martyr Lucifer e Fabio Bartolini degli Hortus Animae. “Shadow ovver Innsmouth” ha tutto quello che serve a caratterizzare un brano space rock: la batteria incalzante, le tastiere sci-fi, le linee vocali serrate, gli improvvisi cambi di tempo, le chitarre molto acide. Direi anzi che è proprio lo straniante cantato-recitato di Lucifer a offrire quel tocco in più alle composizioni. Largo spazio a divagazioni elettroniche più melodiche in “Silver Key”, mentre la titletrack giunta a metà diventa improvvisamente un delirio di voci inquietanti, effetti, strumenti a fiato dissonanti. Buona parte dell’album è occupata dalla suite in 8 parti “The Dreamquest of the unknown Kadath”, in cui naturalmente succede di tutto: alcune parti sconfinano quasi nell’heavy metal, e colpiscono in particolare l’utilizzo del flauto e della tromba. Un disco non facile da assimilare, ma per i fan di queste sonorità un acquisto obbligato.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10