(Pure Steel) I guerrieri di cui si discute in questa recensione non sono davvero spartani, ma inglesi: furono in attività nella prima metà degli anni ’80 pubblicando due album, e sono ritornati sulle scene all’inizio di questa decade. “Hell to pay” è, tutto compreso, il loro quarto full-length, e dispiega un buon potenziale che non tradisce, come accade per molti comeback, lo spirito degli esordi. Si comincia subito con la titletrack, un potenziale singolo nei primissimi anni ’80 (dura appena 2’36’’) con un ottimo giro NWOBHM. Ritmata e solida “Bad Attitude”, serrata e veloce “Court of Clowns”; forse non è entusiasmante la power ballad “Something to believe in”, ma i nostri si rifanno con l’incursione nell’hard rock patinato di “Walls falls down”. “Shadowland” presenta una struttura che è convincentemente anni ’70, e con la spedita e convincente “In Memorium” (sicuri che il titolo sia giusto?) concludiamo la scaletta. Fra proto-metal, NWOBHM e qualche tocco classic rock, gli Spartan Warrior convinceranno in particolare gli appassionati delle sonorità più vintage.

(René Urkus) Voto: 7/10