(Street Symphonies Records / Burning Minds Music Group)Freschi di firma con la Street Symphonies, gli sleazers italiani Speed Stroke continuano quell’impetuoso percorso iniziato un decennio fa, giungendo con irruenza al terzo album. Scatenati, irriverenti, tengono alto il nome di un genere che, per fortuna, rifiuta di morire… lo sleaze, quel lato oscuro del glam, quel hard rock più cattivo, ricco di rabbia punk e di ribellione rock, ma anche farcito di hook lussuriosi, licks peccaminosi e melodie seducenti spesso sparate a tutto volume e a tutta velocità. Per metter in piedi un simile teatro, sia in studio che dal vivo -il loro campo di battaglia naturale- gli Speed Stroke sono cresciuti tanto, è palese che sanno fare benissimo il loro mestiere e, strumenti in mano, sanno offrire tecnica, fantasia, energia ed un songwriting che pur non inventando nulla di nuovo, risulta fresco, esplosivo… semplicemente intramontabile! Ottima l’opener “Heartbeat”, subito convincente, subito scatenata, subito ‘epica’! Pulsante e trionfale la title track, brano molto ben costruito coronato da un assolo molto avvincente e deliziosamente lascivo. Senso nostalgico con un pizzico di malinconia su “After Dark”, mentre l’anima punk che si cela nell’essenza degli Speed Stroke esplode con “Soul Punx”, un brano tirato con un refrain irresistibile. Disperata, sofferta, emozionale e teatrale l’ottima power ballad “No Love”, immensamente ottantiana “Red Eyes”, un brano con un groove vivido, acuto, arrapante. Sleaze, punk, metal ed una chitarra solista superba sulla rocambolesca “Out Of Money”. Potente, efficace e diretta “Who Fkd Who”, uno dei brani che più rappresentano quel senso di ribellione sfacciata e strafottente, mentre “One Last Day” è un altro di quei pezzi che quando li senti uscire dalla radio oggi, ti chiedi quale favolosa band dell’epoca d’oro abbia composto un brano così delicato, ma anche così seducente, così ammaliante. In chiusura, poi, la band tiene alto il nome con dell’altro sleaze arrabbiato, sleaze sfrenato, grazie all’intrigante “Hero No.1”. Ottimo album, magari non immediato come certi grandi titoli, ma sicuramente efficace già dal secondo ascolto. Un viaggio scellerato a bordo di una decapottabile appariscente ed intenzionalmente esibizionista. Cassa di birra sul sedile posteriore. Scorta di whisky nel baule. Sigaretta in bocca, la sei colpi carica nel porta oggetti, un’autentica voglia di fare casino, di creare caos, di alimentare risse, di provocare, di mostrare quel dito medio… prima della fuga, prima di venire intrappolati da quel nastro giallo e nero!

(Luca Zakk) Voto: 8/10