(Personal Records) Album di debutto, preceduto tre anni fa da un EP, per Sporae Autem Yuggoth, decadente, marcescente e funerea realtà death-doom metal del Cile. Voce, chitarra, basso, batteria e anche una tastierista, una formazione che tinteggia il proprio materiale di atmosfere. Sporae Autem Yuggoth sono soprattutto questo, atmosfere, stati d’animo, paesaggi sonori estremamente oscuri. Atmosfere tetre, allucinate, dannate e maledette. Cantato, di Patricio Araya, in growl, tempi ritmici per la maggior parte lenti, con qualche buono spunto nell’arrangiare le parti quando arrivano le variazioni sul tema portante oppure nell’aumentare il passo. Johanna Sánchez usa più registri sonori e si inserisce sempre in maniera misurata nelle trame dei pezzi oppure rafforza evidentemente le atmosfere delle quali si è scritto. José Gallardo, chitarra, alterna accordi aperti a qualche riff più strutturato oppure dall’aspetto più netto. “However It Still Moves” dura un’ora e presenta dei pezzi dal minutaggio elevato, ponendosi così come una concreta discesa negli abissi e dai quali non si riemergerà più. Spaventose atmosfere, a tratti anche leggere perché scorrono con semplicità e al contempo segnano uno stato mentale di annientamento. Decadenti, maledetti, in pochi casi presentano melodie romantiche o addirittura psichedeliche. Pochi casi, ma ci sono e appaiono sorprendenti!

(Alberto Vitale) Voto: 8/10