(Ripple Music) Sono texani i Stone Nomads e in tre anni hanno pubblicato tre album, due EP e uno split con i Demons My Friends. Gente tosta e abituata a lavorare con i propri strumenti da lavoro, con i quali producono riff potenti, grossi, spesso cadenzati e una batteria che pesta. Il tutto vede una somma finale in uno sludge metal che rievoca a sprazzi i Crowbar e con pochi esempi alla Pantera, toccando all’occorrenza e in maniera piena i Black Sabbath, come in “Mount Aras”. I texani in parte però si concedono i loro spazi e riletture del genere anche sul versante doom, soprattutto quando la chitarra di Jon Cosky a tratti riesce a creare spazi melodici che vanno contro la massa sonora del duo Jude Sisk, basso, e Ben Wozniak, batteria. Così facendo, Cosky crea una sorta di contrasto, quando però la band tende di base a puntare largamente a un sound monolitico. Gli Stones per tanto non vivono d’immediatezza, nonostante un paio di pezzi accattivanti nell’album, come la title track e “The Devil Live In Texas”. Questo suonare marcato e le atmosfere catramose, oscure, non portano infine a una lettura immediata di questi brani pesanti. Nel complesso ognuno in “Empires of Stone” prevede fasi di rallentamento, impennate e per tanto un dinamismo prefissato e troppo dosato.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5 /10