
(Iron Bonehead Productions) Secondo lavoro per la one-man band statunitense capitanata da Ratatosk: black atmosferico, black americano, black cosmico. Una chitarra letale, sovrastata da keys deliziosamente invadenti, capaci di portare l’atmosfera molto oltre la stratosfera, regalando quella sublime sensazione di percezione del gelo letale della non-atmosfera di quello spazio senza confini tra un pianeta e l’altro, tra una stella e l’altra. Lo stile di Storming è vintage, siamo lontanissimi – per fortuna – da qualsivoglia espressione contemporanea del black metal. Le linee vocali sono tra un freddo ma intenso corale e lo scream privo di vita, ma tuttavia così espressivo e ricco di contenuto. Brani corposi, lunghi, lunghissimi: un turbinio sonoro che è come il gelido vento senza vita che soffia sulla superficie di un mondo lontano, scarsamente abitato, freddo, inospitale, quasi mortale. Incisiva “Over Horizons”, gelida “Cleaved by Heaven”, intensa “Starfire”. Si sentono ispirazioni antiche. Distorsioni à la Burzum. Quattro brani ‘cantati’ e un breve strumentale. Brani volutamente troppo lunghi, brani ossessivi, brani ipnotici, brani micidiali. Sotto lo strato digitale e ultraterreno, le radici di un black locale, rurale, rustico, autentico e agli antipodi rispetto a qualsivoglia evoluzione moderna del genere.
(Luca Zakk) Voto: 8/10




