copstratovarius(earMusic/Edel) Timo Tolkki l’aveva detto ascoltando due pezzi di questo nuovo album. L’aveva ammesso: “Sono sconvolto, sono veramente delle belle canzoni, la produzione è fresca e moderna, grandiosi”. E io gli devo dare ragione. Gli Stratovarius sono tornati. Certo, non c’è Tolkki, si sente, ma la band è stata in grado di risollevarsi dopo la dipartita del grande compositore e mastermind. Si sente la progressione. E’ passato “Polaris” forse troppo crudo, poco convincente (tranne pezzi come la stupenda “Winter Skies”, forse troppo grande per il giovanissimo Matias Kupiainen, chiamato reggere un peso enorme, ovvero prendere il posto di un personaggio assurdo e geniale come Timo Tolkki. E’ passato anche “Elysium”, dove la band iniziava a dimostrare un ritorno a qualità e  genialità compositiva. Ed ora è arrivato questo “Nemesis”. Matias è cresciuto. Si è evoluto. E ha aggiunto alle sue indubbie capacità una componente compositiva notevole. Anche la band si sta evolvendo, si è evoluta. Dopo Tolkki e Kainulainen, ora anche Jörg Michael è stato sostituito da un valido e sincero Rolf Pilve. Ormai dal mitico “Episode” la line up superstite è rappresentata solo da Timo Kotipelto, la cui voce è in perfetta forma e dal grandioso tastierista Jens Johansson. Praticamente una band nuova. Una condizione maturata passo dopo passo, con pazienza e dedizione. E finalmente ecco un vero nuovo album. Un album in perfetta linea con il passato, ma con idee nuove, riff nuovi, melodie nuove. Un album decisamente Stratovarius, ma anche album fresco, innovativo, esattamente come lo ha descritto Timo Tolkki. Emblematico il titolo di questo lavoro, simbolico direi.  Un’ora di musica travolgente, ricca di energia, equilibrata, dove ogni singolo musicista lascia il segno, prende il suo spazio senza mai perdere di vista l’insieme, generando un prodotto compatto, filante, assolutamente godibile. Sinfonia, melodia, effetti, tastiere, riff estremamente power e catchy, ritornelli mitici, struttura della canzoni dinamica. Un lavoro ottimamente concepito, suonato in maniera perfetta. Sicuramente i tempi moderni hanno influenzato la band che a tratti può apparire commerciale: ma esiste una sottile linea di divisione tra materiale commerciale e materiale semplicemente geniale e ben riuscito. E “Nemesis”, secondo me, appartiene alla seconda categoria, ed è frutto dell’unione di una creatività giovane e di un’esperienza di molti anni sulla scena. Tra gli undici pezzi, tutti molto belli, ce ne sono alcuni che vanno oltre. “Unbreakable” la trovo devastante: l’introduzione di tastiera, basata sul main riff è un qualcosa che non posso togliermi dalla testa, già dal primo ascolto. Il pezzo ha tutte le caratteristiche tipiche del sound degli “Strato”, e offre un ritornello micidiale, dove Timo semplicemente insegna come si canta il power metal. “One Must Fall” è forse il pezzo più tradizionale, la canzone che più ricorda il passato della band, con un main riff è pesante ed aggressivo,  un ritornello  grandioso, e quel pre-chorus semplicemente indimenticabile. Velocissima e geniale “Halcyon Days”, con quell’intermezzo atmosferico, dove la programmazione elettronica è leggermente eccessiva ma sicuramente impattante. “Fantasy” è il tipico pezzo da gridare ad un concerto, già immagino Timo che interagisce con il numeroso pubblico, grazie alle sue innate doti di front man. “Castle In The Air” e “Dragons” dispensano potenza granitica, dando vita ad due pezzi di power metal di assoluta qualità. La title track, posta in chiusura è gloriosa, con una superba prestazione di Jens, una chitarra perfetta, e Timo al massimo.  Mancano forse pezzi unici, dove le capacità vocali di Timo vengono esaltate (come la già citata “Winter Sky”). Manca anche il tipico lento acustico sulla scia di “Forever”, ma dopo il patetico flop di “When Mountains Fall” direi che ha molto senso proporre qualcosa di potente e tagliente, senza lasciarsi prendere dalla tentazione di ripetere cose mitiche, cose leggendarie, cose del passato. Mi convincono i nuovi Stratovarius. Riterrò sempre irripetibile il periodo Tolkki, ma questo “Nemesis” mi piace, mi diverte, mi invita all’ascolto, non mi stanca, e tutte le canzoni risultano ottime. Una nuova epoca. Una buona epoca. Un’epoca di speranze. Una band che ha saputo fermarsi, rigenerarsi e continuare. Niente inutili reunion o forzati ricicli di cose vecchie e consumate. Cinque musicisti eccellenti che hanno ancora tanta, tanta voglia di suonare. Di suonare per noi.

(Luca Zakk) Voto: 8/10