copstreamofp(Graviton Music) All’origine di questo progetto c’era Arjen Lucassen. Lui e Marcela Bovio erano il perno su cui basare idee e soluzioni. Poi Lucassen è andato avanti con altre cose, mentre gli Stream Of Passion si sono costruiti un’identità forte. Da soli e certi delle proprie capacità, su tutte il talento vocale della cantante messicana. Con “A War of Our Own” gli Stream Of Passion finalizzano il quarto full length in carriera. L’album è uscito nell’aprile del 2014 nel Benelux e in Austria, Svizzera e Germania. Adesso arriva la versione in vinile di “A War of Our Own” e la commercializzazione più ampia e diffusa, anche in paesi dove non era stato pubblicato questo gioiello opaco. Sì, un gioiello. Musica registrata bene, atmosfere sensuali, soffuse, docili, ma anche epiche, comunicative, progressive in alcuni punti e sempre malinconiche, anche quando queste toccano una composizione ‘caliente’ come “Delirio”. Brano cantato da Marcela nel suo idioma e con il manto musicale che ne avvolge la voce con un’orchestrazione da brividi e una base metal morbida e discreta. Un pezzo di classe. Opaco, sì, è questo album. Perché questo tipo di band melodiche olandesi, o in generale quelle dette female fronted band, a volte, pur apparendo sublimi per il pathos che la loro musica riesce a trasmettere, nella sostanza poi sembra che l’album suoni levigato, omogeneo e a tratti ripetitivo. Si permetta anche questa riflessione, in queste righe che a conti fatti non vogliono assolutamente sminuire il valore della formazione oranje. Shultz e Hazebroek creano uno strato di sei corde che veleggia, proprio come quelli dei synth, archi e tutto quanto supporta melodicamente le linee vocali di Marcela Bovio. Il tocco del pianoforte a volte entra con grazia e rende le atmosfere ancora più grevi. La melanconia è un eterno ritorno, qualcosa che caratterizza definitivamente il messaggio artistico. “Secrets” ne è una somma prova, ma anche qualcosa che eleva ogni aspetto caratteristico e qualitativo della band. L’album ha una sua dimensione ben precisa e occorre coglierla non solo restando estasiati dalle atmosfere poetiche: occorre penetrarle, sbirciare nelle pieghe. Nonostante ciò “A War of Our Own” non può che piacere agli appassionati del genere, come già da un anno sta ormai accadendo.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10