(MDD Records) Siamo a ventitré anni da questo debut album e oggi va riconosciuto quanto sia stato un’istantanea del metal degli allora anni ’90 che volgevano al termine. La band di Düsseldorf riesce a mettere in questo esordio melodic death metal, doom, gothic, black e folk metal. Un’operazione ripetutasi nel corso della carriera. L’album ha i suoi limiti di arrangiamento, ha la sua patina di ‘pensiero underground’ ma è una sincera e in parte melodicamente valida espressione di questo metal mutevole. I suoni non sono ruvidi e neppure perfetti, il passaggio tra una parte e l’altra, tra un incalzante death metal a un giro dai toni pagan metal, a volte scarno eppure per gli allora esordienti Suidakra c’era l’abilità di avere in mente un piano melodico che si srotolasse attraverso più passaggi, situazioni e soluzioni. Si nota lo scarso equilibrio dell’arrangiamento e forse anche del totale della composizione, dovuta ingenuità e inesperienza, al contempo tutto è un ribollire di idee e cose che i Suidakra hanno messo poi nell’album. Un’innocenza che ha prodotto qualche buona canzone e pessaggi anche memorabili. Il tutto oggi ci ritorna con l’aggiunta di materiale bonus e in parte inedito.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10