(MDD Records) L’ultimo album di inediti, “Cimbric Yarns” (recensione qui), risaliva al 2018; i Suidakra tornano in pista con un nuovo disco che conferma, forse senza scalpore ma con grande solidità, la bontà della proposta sonora di Arkadius Antonik. Testi e atmosfere sono, come sempre, legate al mondo (semi)leggendario creato da Arkadius… “A Life In Chains” decide di partire senza troppa foga, preferendo solidità e atmosfera; la furia death/black arriva con “The Inner Wolf”, che alterna trame veloci a brevi sfuriate estreme. In “Darcanian Slave” intervengono due trademark della band: Tina Stabel, cantante che da anni completa con la sua bella voce l’operato di Arkadius, e un violino molto folk metal. Forti inserti di folk anche nella ballad “Faoladh”; molto particolare e inusualmente lungo lo strumentale “Crossing Over”, che parte su chitarre praticamente rock e, oserei dire, ha addirittura qualche deriva modern metal… potenza cieca, ma anche molta melodia in “Redemption”; si chiude con “A Shrine For The Ages”, dove l’inedito cantato pulito del chitarrista Sebastian Jensen avvicina il sound a tonalità epiche. Forse i Suidakra un vero capolavoro non l’hanno mai composto, e neanche “Wolfbite” lo è; ma la longevità della band è certamente dovuta a una proposta musicale che ha sempre garantito standard elevati.

(René Urkus) Voto: 7,5/10