copSumia(Inverse Records) Debutto per i finlandesi Sumia, che creano un rock alternativo ricco di energia ma anche di una malinconia, il quale descrive un senso di pace legato alla natura, alla visione rilassante di un tramonto in una terra libera, selvaggia, pura. Le dieci tracce sono tutte complesse, diverse dal solito, lontane da schemi o ovvie regole compositive nell’ambito del rock: una gestione emozionale dello sviluppo di ogni singola canzone, con una dominante sempre orientata al decadente e al malinconico, comunque sempre puntando ad ottimismo e forza, quest’ultima spesso evidenziata da divagazioni hard and heavy molto ben sviluppate. Il singer è estremamente valido e la sua voce è un incrocio tra alternative, rock e dark wave, quindi capace di risultare melodica, molto energetica ma anche struggente ed angosciante. La citata complessità mette davanti l’ascoltatore ad una costante fonte di sorprese e dettagli inaspettati i quali invadono, per livello di fantasia e creatività, i territori del prog. Molte le atmosfere che emergono durante l’album con un particolare esempio nella bellissima “One Single Look”. Impostazione dark ma trionfale su tracce come “The White One” e “Sunbath”. Velata aggressività su “Sirena”. Una band che -anche mantenendo un genere identificativo e personale- ricorda certe evoluzioni di gruppi come gli Anathema: è forse questo confronto che spiega l’intensità di questo “Until We Shine Again”, il quale rimane comunque ben dentro i territori rock/metal, offrendo drumming coinvolgente, chitarre poderose e linee di basso intense. Servono tanti, tanti ascolti per capire questo album. Ed ogni ascolto si rivela un autentico piacere.

(Luca Zakk) Voto: 8/10