(Svart Records) Debuttano, finalmente, dopo un decennio di esistenza i finlandesi Sunniva, finora autori solo di qualche EP. Il moniker deriva dall’antico inglese e significherebbe ‘dono del sole’, ma la proposta sonora del quartetto di Turku è quanto più lontano dalla luce, dai raggi del sole, da qualsivoglia forma di positività e benessere. Siamo in territori sludge, sludge pesante, a tratti molto vicino a death e black, anche se qualche occasionale tastiera sposta il tiro, generando un effetto meno cavernoso, in qualche modo più moderno e strutturato, strizzando un occhio al post metal. Con riff pesanti, linee di basso aggressive, ritmi ossessivi, linee vocali devastanti, la band tocca argomenti attuali, come quel falso senso di libertà offerto da opprimenti strumenti tecnologici… e lo fa usando sia l’inglese che una alternanza di svedese e finlandese, come succede per “Valovaltimo” (feat. Lotta degli Svarta Havet), un pezzo psichedelico che si erige su una tendenza ossessiva quasi maniacale, base sonora perfetta per un testo che immagina un enorme buco nero che risucchia tutto ciò che chiamiamo vita e realtà, una condanna spesso accettata con ottimismo, offrendo una interessante riflessione sull’esistenza e sulla morte. Sognante e quasi luminosa “Sun Funeral”, brano arricchito da una favolosa voce femminile, però canzoni come “Opening The Key” intensificano l’oscurità ai massimi livelli, dipingendo un percorso marziale che può solo condurre verso una fine nel nome dell’oblio. Pesanti in modo inaudito, tutt’altro che grezzi, scontati o prevedibili, i Sunniva ci mostrano finalmente la loro visione della luce, la loro affermazione dell’oscurità, scolpendo tre quarti d’ora di graffiante destabilizzazione sonora.

(Luca Zakk) Voto: 8/10