(autoprodotto) È stato bello. È stato bello fintantoché è durato. Una storia che ormai va avanti, anzi andava avanti, da quasi vent’anni; una storia di zombi, di morti ritornati, di vivi che se ne sono andati, di carni tenute assieme con lo spago, dell’odore di putrefazione in occasione dei concerti estivi. Grazie a loro sembrava quasi che qualcuno avesse scoperto la chiave per l’immortalità o, per meglio dire, della NON-mortalità. In quel tempo dilagava l’orrorchia, loro erano già delle stelle tra i morti viventi, tanto che la morte -notoriamente fredda, statica ed immobile- si è voluta evolvere ed è diventata… loro. La bellezza del sangue che scorre come un fiume in piena, fuoriuscendo da vene violentemente recise, poi la fama e la gloria… i soldi che dischi diabolici come “Hit Mania Death” hanno sicuramente portato nelle loro tasche… poi svuotate da quei costosissimi chirurghi-macellai che si adoperano per tenere assieme le carni di questi corpi ormai a pezzi… una decadenza che poi loro sono riusciti a rendere in forma d’arte, esaltando la loro capacità di morire… meglio di chiunque altro. Ma ora è finita per davvero. In passato avevano già perso per strada quel ‘fuck’, oscuro presagio, l’inizio della fine… ed ora questo nuovo “Devilish Whisper” il quale sembra non voler uscire come album… ma come live show, un musical decadente a base di profeti, superstar e picture show dell’orrore di serie B e dubbia provenienza. Canzoni che alzano il livello della band, quasi l’ultimo grido di guerra prima del silenzio della morte che ne consegue; brani che strizzano l’occhio a cose note, alla storia del rock, del cinema, della generale decadenza umana. Con una “Devilish Whisper” che va oltre i fantasmi, verso i giochi di parole di “Memento Party”, quasi un rituale che mette in comunicazione vita e morte, aldilà ed aldiQUA. “Holy Water” è tanto ‘santa’ quanto è ‘innocente’ “The Superhorror Show”. Un’ultima ironia decadente con “The Z Word”, tributo all’horror d’autore con l’intermezzo “Devilish Theme”, poesia sull’amore ‘eterno’ con “Dead Girls Are Good”, ottimismo ed alba di un nuovo (non) vivere con “Satan Loves You”. Ed ecco la salvezza grazie ai nuovi culti di “Church Of I.D.G.A.F.”, fino al commiato, a questa suprema forma di addio, questa estrema unzione chiamata “Back To The Graveyard”. Ateismo militante, molto satanismo e pura perdizione. Rock’n’roll, punk, metal e sleaze, con vari ospiti militanti in questi ambiti. È poi qualche altro genere musicale che sicuramente proviene dal mondo dei morti. Ecco, è questa la chiave, perché “Devilish Whisper” è il canto del cigno di una rock band, di una stella più morente che nascente. La fine di un’epoca terrena. Il loro ultimo album, la loro ultima registrazione in questo mondo mortale. L’uscita di scena nel momento di massimo splendore, prima che la fiamma di quei lumini votivi venga inghiottita dall’eternità delle tenebre. L’ultima vera eresia in questo mondo moderno e tristemente bisognoso di una qualsivoglia devozione.

(Luca Zakk) Voto: 2005-2023 (RIP)

2008, Horrorchy

2010, Livingdeadstars ‎

2012, Gore-Geous Dead 

2013, Death Becomes Us

2017, Hit Mania Death 

2020, Italians Die Better