(Argonauta Records) Dopo un bel po’ di gavetta, vari tour, dopo aver pestato duro per oltre un lustro, dopo un buon debutto uscito due anni fa (recensione qui) tornano più grezzi ed aggressivi che mai gli italiani Supernaughty! Otto brani carnali, viscerali, sfacciati, graffianti e dannatamente potenti, che fuori escono dalle similitudini con altri acts tipiche del debutto, acquistando identità, personalità ed una sfacciata consistenza, sempre diretta, sempre cazzuta, prepotente e spietata. “BiGB” apre con sentore rocambolesco, pulsante, riff serrati che a malapena lasciano emergere delle linee vocali efficaci, tuonanti, convincenti. Ottima ”Biogrinder”: ipnotica, psichedelica, deviata, malata. Seducente. Pesante e meravigliosamente ossessiva “Hellboar”, brano con una chitarra favolosa. Massiccia come un macigno la title track, traccia con vibrazioni che ti entrano nelle viscere, esaltate da linee di basso che sono sangue che scorre nelle vene con una pressione arteriosa da infarto. Dettagli tecnici ed evoluzioni psicho-prog su “The Way I Wish To Die”, mentre la conclusiva “Warehouse Demon” è provocante, vagamente misteriosa, nuovamente seducente. Album nervoso. Affilato come una lama forgiata con acciaio di altra qualità. Disco impattante come un treno che ti piomba addosso a tutto vapore, più letale di un vaccino imposto per legge. Supernaughty. Supercattivo. Megacattivo. Indicibilmente e schifosamente cattivo!

(Luca Zakk) Voto: 8/10