(Steamhammer / SPV) Dodicesimo album in studio, mica roba da poco la carriera dei Supersuckers. Eddie Spaghetti, bassista, cantante con una tendenza a raspare con l’ugola in stile Lemmy. La band è da sempre orientata verso il rock and roll un po’ street, come per “The History of Rock and Roll”, enfatico e ruvido, come in “Breakin’ My Balls”, o punk, “What’s Up With This MF’n Thing”, oppure di natura Rolling Stones. Il r’n’r tinge in maniera spettacolare queste canzoni, anche attraverso una produzione pulita ma non di plastica. Il ruggito delle chitarre, di Marty Chandler, il vissuto della voce di Edward “Spaghetti” Carlyle Daly, la batteria agile e lanciata di Chris von Streicher, firmano un nuovo e importante momento per la band. Nati a Tucson, si spostano a Seattle, quattro album con la Sub Pop, l’Eldorado del movimento, grunge, poi tutto fila via tra qualche defezione e ritorno, tra vicende varie e tanto impegno suonando per azioni benefiche. I Supersuckers restano la grintosa macchina da canzoni potenti e spensierate, lerce e dirette, appassionate e dannatamente rock and roll. Anche nei loro periodi più alternativi, i Supersuckers sono sempre e comunque un’espressione schietta e diretta per come suonano. “Suck It” è tutto questo: r’n’r, sincerità, canzoni e tirare avanti come dei riders o come degli amici che al pub infiammano la serata. Con la sola differenza che canzoni così incendierebbero persino uno stadio intero.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10