(Einheit Produktionen) Black metal, viking pagan metal dalla Turingia, in Germania. A cinque anni da “Seelenheim” (recensione qui) torna la band tedesca con nove brani che spaziano in modo coinvolgente dal black all’heavy, dall’epico all’atmosferico, con un ottimo coinvolgimento della voce femminile di Alraun. La band di Ragnfalt, unico membro presente dai primi tempi (la band celebra, con questo disco, il 25°!), riesce a mettere in piedi un album molto variegato, capace di trasportare verso miti e leggende, per poi attaccare con violenza, passando per assoli, riff e tendenze ricche di senso epico e pregno di mitologia. Grintosa e tendente all’estremo “Mimes Reigen”, anche se non mancano quei cambi di direzione ricchi di fascino storico. Stupenda la performance femminile su “Die Schwanenballade”, purezza pagan sull’invincibile title track, ovvero un brano melodico, heavy, catchy e infinitamente glorioso. Si viaggia attraverso epoche ricche di misticismo con “Von albischer Hand”, mentre appare decisamente tuonante “Nidungs Reich”. Black e teatralità su “Der Lahmende Schmied“, canzone con una sublime performance delle due voci. Heavy e atmosferica “Kelche von Gold”, prima della pungente e conclusiva “Nur ein Vogel”, pezzo capace di far sognare con ambientazioni melodiche molto accattivanti. Fuoco e passione. Natura e sangue. Gloria e oblio. Riff alternati da cori, folk e black incrociati, chitarre acustiche straziate da quelle distorte, voci suggestive in armonia con il flauto… arrivando a sfiorare lo stile dei capostipiti nordici del genere. Un album dedicato a Weland, il mastro fabbro noto nella Mitologia germanica, un album che racconta e dipinge con intensità e senso evocativo storie antiche, ricche di magia, di suggestione, di incantevole nostalgia. Un viaggio tra gli angoli più reconditi della passato, attraverso un’eredità storica, oscure foreste, ed una venerazione indiscriminata per i protagonisti delle grandi leggende!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10