(Agonia Records) I Susperia sono nati nel 1998, quando Tjodalv era il batterista dei Dimmu Borgir e Cyrus un ex Satyricon e Old Man’s Child. I due all’epoca pensarono di realizzare qualche canzone, ma attraverso uno stampo decisamente più melodico rispetto a quanto la scena black offrisse in quel momento. Sei album in diciassette anni, con ben nove tra il precedente “Attitude” e questo nuovo full length. Tre studi di registrazione diversi e quindici mesi per realizzare”The Lyricist”, album che lascia trasparire la cura, l’arrangiamento, non da meno il bilanciamento dei suoni. Nell’album ogni strumento e musicista è al posto giusto, i volumi non cozzano tra di loro e lo stile del singolo è piuttosto rintracciabile. Le canzoni sono pulite, quanto meno smussate da una rispettabile opera in studio. Qualche riff che si fissa nella testa, atmosfere a metà tra un black d’atmosfera e scenari che ricordano proprio qualcosa dei Dimmu Borgir, sfuriate di tipo Hypocrisy e impeti di carattere power quasi come i Blind Guardian. Lo stile dei Susperia spazia tra black, blackened e thrash metal. Tuttavia ogni genere possibile è sempre di natura melodica, grazie anche al contributo della voce di Bernt ‘Dagon’ Fjellestad. Il nuovo cantante è eccellente a passare dai toni alti a situazioni moderate, fino a spunti distorti. La sua prova è esemplare e spicca nell’album. Se l’accoppiata iniziale formata da “I Entered” e “Heretic” lascia credere a un lavoro fulminante bilanciato tra potenza e melodia, con innesti thrash e momenti quasi heavy-power, il seguito abbassa un tantino le pretese. La seguente title track tiene ancora un qualcosa di distintivo, ma a seguire il sound presenta momenti possenti, ma un tono melodico che pian piano va a trascinarsi. “Day I Died” vive proprio di questa dualità. “Void” spicca per una arrangiamento ipnotico e trascinante solo nella sua seconda metà. Le canzoni ad un certo punto sembrano spaccate in due. Una prima parte tonica, muscolare, certamente ben eseguita, poi una seconda dove la band emerge con un lato melodico. Anche dove le fasi sono invertite, ciò che si percepisce è una struttura delle canzoni affatto consequenziale. Pur riconoscendo la notevole varietà di intenti e azioni, “The Lyricist” appare come un insieme di situazioni, più che un discorso melodicamente definito.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10