(Mighty Music) Tornano i danesi Svartsot, silenziosi dal 2022, ora giunti al sesto album in carriera. Un folk metal, magari folk death metal, che celebra i due decenni di storia, se non contiamo un primo anno sotto il moniker ‘Skoll’. Con “Peregrinus” siamo davanti ad un concept, la storia di un giovane orfano che mette incinta la ragazza sbagliata ed è quindi costretto a partire per una crociata con l’obiettivo di espiare i suoi peccati. Mentre si trova in Terra Santa, prova disgusto per il comportamento dei suoi compagni crociati e rischia di essere ucciso quando cerca di divulgare i fatti. Viene curato e, dopo aver assistito ad altre atrocità e assurdità commesse dai crociati durante l’assedio di una città, decide che combattere per la Chiesa non è qualcosa che può permettersi di fare. Al suo ritorno in patria, tuttavia, viene ferito a morte da un fuorilegge e, in corrispondenza del suo ultimo respiro, capisce che ogni religione – sia quella dell’Europa cristiana che quella degli infedeli – è una menzogna senza valore. Con quasi tutti i brani intitolati secondo le virtù (sette) alle quali i crociati dovevano attenersi, la band danese offre un album sincero, accattivante, dinamico, sicuramente coinvolgente. Certo, in questo genere ormai le regole sono fisse, c’è poco spazio di manovra e la forzatura di flauti e violini o altri strumenti tradizionali, affiancati al growl, rischia di essere uno schema ripetitivo e sicuramente poco innovativo. Tuttavia questo “Peregrinus” è molto ben fatto, arrangiato con intelligenza, con dinamismo, capace di sedurre gli amanti del genere, seppur riuscendo ad attirare un pubblico non strettamente legato a questo ambiente.

(Luca Zakk) Voto: 7/10