(Massacre Records) Gli Sword di questo terzo album sono proprio i canadesi del Quebec, nati negli anni ’80 e con appunto solo due album pubblicati proprio nella seconda metà della suddetta decade. La band si sciolse negli anni ’90. La Massacre pone il suo marchio su questa nuova vita degli Sword, la quale si annuncia interessante perché ancora oggi la pone con un heavy metal con sporadiche inflessioni hard & heavy/hard rock. In più Rick Hughes, cantante, è mirabilmente in grandissima forma. Quello che ti combina Hughes nell’opener “Bad Blood” tra vocalizzi, urla e strilli è sbalorditivo. Il singer però rende giustizia alla professione e alla musica dei suoi compari per tutta la durata di “III”. Un altro aspetto interessante per questo ritorno dei canadesi è il fatto che la formazione nel 2022 consta di tutti i suoi elementi originari, senza dunque rinnovamenti o ibridi generazionali in fatto di musicisti. Otto pezzi d’assalto, energici, laccati di quella esile patina vintage che rende li rende semplici. I pezzi sono basati su dei riff incalzanti che fanno la parte da leone. La sezione ritmica avanza con andature calibrate del drummer Dan Hughes, fratello di Rick, che marcia sulle direzioni prese dalla musica pilotata dalle chitarre e un basso che essenzialmente segue le sei corde. In neppure trentacinque minuti gli Sword, è il caso di scriverlo, sono una lama affilata e tale da muoverla magistralmente. Oltre a “Bad Blood” piace la seguente e tirata “(I Am) In Kommand” e ancora di più molto l’hard rock di “Dirty Pig” e l’heavy metal alla Dio di “Took My Chances”. Una menzione per “Unleashing Hell”. La canzone, anch’essa di livello, è una riflessione generazionale della band, «1986 in Montreal […] Nei nostri vent’anni, pronti a rissa. Non molti soldi ma molte palle […] Nei nostri vent’anni e in piedi a testa alta. Appiccare fuochi in ogni sala». “III” è stato registrato mettendo mano a del materiale esistente in forma di demo e che in passato era stato rifiutato dalle case discografiche. L’essenzialità della composizione, l’immediatezza di questi riff semplici, la regalità vocale di Rick Hughes e questo tocco anni ’80 ben riorganizzato per il nuovo secolo, rendono “III” un album spensierato, onesto ma non privo di qualità. Ben tornati, restate tra noi!

(Alberto Vitale) Voto: 8/10