(Hells Headbangers) La Grecia è una terra che produce molte sonorità estreme e questi Synteleia sono l’ultimo prodotto proveniente da questa esotica terra! Formatisi nel 2015, con un demo all’attivo, giungono al debutto con un album intrigante, a tratti grezzo ma anche molto ben concepito, un disco che offre un death, anche melodico, che si intreccia con l’heavy metal e l’horror rock… un ibrido che apparentemente solo le bands a sud delle Alpi riescono a concepire. Un black/death contorto, ricco di riffs lontani da questi generi, a volte divaganti in territori speed metal, senza comunque tralasciare una impostazione decadente, mortale, vagamente apocalittica. Band come Rotting Christ e Varathron sono decisamente una influenza, ma questo quartetto riesce a imporre originalità, dando vita ad un sound possente, crudele anche se mai troppo estremo (voce a parte), tanto da risultare catchy, ricco di groove, quasi facendo l’occhiolino a bands come i Crematory. Coinvolgente mid tempo con “Daemonica Infernalium”, un brano dove compare un sound a-là vecchi Obituary, riconcepito secondo lo stile dei Synteleia. Epica “Dark Summoner of Yog-Sothoth”, radice heavy metal su “Ithaqua, thy Mighty Storm”, death con varianti progressive molto teatrali su “Three Oaths to Dagon”. Trionfale “Celephais”, cadenze doom con “Missioner of Sorrow”, contorta aggressività e sentimenti tetri sulla conclusiva “Many Masks of Nyarlathotep”. Convincenti. Molto convincenti. A cavallo tra sonorità antiche e revisioni creative moderne dal feeling comunque classico. Intensi, un po’ rituali, decisamente pesanti, suggestivamente diabolici. Un ottimo debutto!

(Luca Zakk) Voto: 7/10