(Reaper Entertainment) Quarant’anni di carriera, diciotto album, considerati tra i big four della scena thrash tedesca e autori dell’inno ufficiale dell’Eintracht Francoforte, squadra di calcio recentemente vincitrice in Europa League; cosa altro si può dire o chiedere ai Tankard? Quali altri aggettivi si possono usare se non ‘mitici’, ‘leggendari’, ‘iconici’? La coerenza a livello musicale e tematico dei quattro birraioli tedeschi è qualcosa di encomiabile, con album che, senza inventare nulla di innovativo, hanno consolidato uno stile riconoscibile tra mille altre band. Cosa ci si può aspettare quindi dai Tankard nel 2022 se non del thrash metal feroce, sparato in faccia eppure tremendamente catchy e coinvolgente? La formula è infatti quella che da sempre caratterizza il combo di Francoforte, tra inni alla birra, ironia e un songwriting particolarmente ispirato. Devo ammettere che “R.I.B.” e “One Foot In The Grave” li ho trovati un po’ altalenanti, con buoni pezzi alternati a meri riempitivi. “Pavlov’s Dawgs” ci riconsegna invece i Tankard in una forma smagliante come non li sentivo dai tempi di “The Beauty And The Beer” e “A Girl Called Cerveza”. Inutile tentare di stare fermi sotto le bordate di “Lockdown Forever”, tra riff assassini ed un testo che non può non strappare un sorriso. Per non parlare di “Diary Of A Nihilist”, con quel pattern di chitarra iniziale decisamente old school. Un album che scorre via come una buona birra gelata in un giorno afoso. Quarant’anni e non sentirli minimamente, non è da tutti.

(Matteo Piotto) Voto: 40/10