(Metal Scrap Records)Voce violentissima, incazzata, furia cieca. Canta, anzi urla, sensazioni, odio, rabbia, disperazione, ingiustizie. Voce registrata in modo particolare, sembra uscire da una caverna oscura, umida ed insalubre. E da questo antro poco ospitale si scatena il sound di questi quattro Russi, i quali producono un groove-thrash-core senza tanti compromessi, ma con diversi richiami ai classici dell’hard rock e del thrash. Il disco, dieci pezzi, rappresenta 50 minuti di mazzate sulla schiena, di violente percosse inferte con un gusto sadico ed omicida. Di particolare valore sadico “Coneranchozzz”, pezzo lento e per certi versi quasi doom, ma di una pesantezza mostruosa, con un intermezzo cadenzato e devastante. Leggermente più melodica “We Drive Now”, canzone nella quale i Tarantulo riversano sensazioni e stati d’animo disparati. Richiami a sonorità alla Anthrax su “Go In The Fucking Hell”, pezzo ben riuscito e divertente, sicuramente irresistibile dal vivo, qui ci si fa del male, davvero. Altra tortura lenta e cadenzata è rappresentata da “One Day”, pezzo finale dell’album, dove la voce di Dmirty diventa ancora più marcia, sofferta, crudele. In mezzo a tutta questa furia c’è un capitolo diverso, unico, rappresentato dalla malinconica “Why”, dedicata alla scomparsa di un amico; “Why” è piena di sensazioni ed emozioni, ed il cantante si esibisce sia con voce pulita che con il suo caratteristico growl. In entrambi i casi la sensazione di impotenza generata dalla sofferenza è molto ben manifestata, anche grazie al supporto della bellissima melodia, il quale fa capire che i Tarantulo sono capaci di suonare qualcosa che ve ben oltre il genere violento che li caratterizza. Sono molto giovani, ma ci sanno fare davvero. Ne sentiremo parlare ancora.

(Luca Zakk) Voto: 7/10