(PRC / Malevolence) Se qualcuno di voi ha presente la deriva crossover dei D.R.I., le tirate tra il thrash e l’hardcore dei Nuclear Assault, le mazzate irriverenti dei S.O.D. e altre cose del genere allora deve assolutamente dare un’opportunità a questo album d’esordio dei Thrash Core Fanatics. I TCF suonano qualcosa che si rifà ad almeno venticinque anni fa. Non è solo il genere, cioè questa fusione di thrash metal e hardcore appunto il crossover, ci sono anche altri motivi. La grafica di copertina, lo stile del collage (guardate bene, c’è anche un nostro connazionale di Arcore) che mette insieme i mali del mondo (guerra, fame, corruzione), la ridotta durata dei brani, si va da pezzi di 1′ e 31″ a meno di 3′, e per i temi dei testi i quali non sono in mio possesso, ma dai titoli si capisce tutto: “Justified Violence”, “Slave of the Suit”, “Power Corrupts”, sono alcuni esempi. Il trio olandese compone meno di 30′ di musica, dove le chitarre ritmano riff con una cadenza standard, sottolineati da un drumming a martello. In quei riff, a seconda dei casi, si intravedono cadenze hardcore e punk, come in “We Wiil Survive” e in “Survive the Plague” e thrash metal alla Anthrax, Nuclear Assault, Slayer (soprattutto “Reality’s Nightmare”, dove ricordano quelli di “Undisputed Attitude”), Sacred Reich, ovviamente i nomi già citati all’inizio e…insomma, la collocazione stilistica e cronologica è quella. Le due componenti duellano, il crossover si compie attraverso tredici pezzi immediati e ben caratterizzati. I suoni sono nitidi, ma la produzione sembra davvero provenire dal finire degli anni ’80. La band esiste da pochi anni e “Where Madness Reigns” rappresenta la prima vera pubblicazione di un certo peso, realizzata ad Utrecht e pubblicata l’anno scorso per la Malevolence. Adesso riceve una distribuzione più adatta e si spera che la cosa giovi al buon nome della band.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10