(Pride & Joy Music) Finalmente un album power metal che ha tutte le caratteristiche ‘giuste’: brio, grandi orchestrazioni, melodie vincenti, e perché no anche un bel concept (non scontato: su una Atlantite ‘rediviva’ e la sua affermazione durante la Rivoluzione Industriale dell’Ottocento)… i tedeschi Terra Atlantica mi hanno entusiasmato dalla prima nota, riportandomi a quell’epoca ormai lontanissima in cui dischi come questo erano all’ordine del giorno! Vediamo allora la scaletta. “Across the Sea of Time” ha l’allegria power dei vecchi Freedom Call e le sinfonie dei vecchi Dark Moor, per un risultato grandioso! Luminosa “Mermaids Isle”, che può ricordare i primi Avantasia, sontuosi i cori e le orchestrazioni di “The Treachery of Mortheon”, con quel gusto neoclassico dei primi Rhapsody. “Quest into the Sky” è forse l’unico brano che indulge ad atmosfere piratesche (ed inevitabilmente agli Alestorm), ma sempre senza scadere nel ridicolo (e dunque come i primi Alestorm, e non i guasconi di adesso); la bilanciata ballad “Believe in the Dawn” ha quelle aperture da Gamma Ray (ho pensato a “No Need to cry”) che infiammano il cuore. Gli ultimi due brani si prendono quasi un quarto d’ora: “Rage of the Atlantic War” è il brano più sinfonico e anche quello più vario, dato che passa da violini folk a cori simil-gregoriani a un potente growling; “Until the Morning sun appears” chiude il disco con un ritornello mirabile, per il quale si possono chiamare ancora in causa le creature di Tobias Sammet (anche gli Edguy, per capirci). “Age of Steam” è un viaggio affascinante, assolutamente imperdibile per gli amanti del power metal ‘classico’!

(René Urkus) Voto: 8,5/10