coptheamenta(Listenable Records)  Nel 2011 “VO1D”, EP in download gratuito, e poi l’EP “Chokehold” l’anno seguente e a febbraio un altro, “Teeth”. Attesa finita e cinque anni dopo gli australiani The Amenta arrivano sul mercato con un nuovo album. “Flesh Is Heir” si è fatto attendere, ai The Amenta è servito tempo ma gli undici pezzi finali hanno ottenuto la giusta considerazione e attenzione da parte dei musicisti. Il death metal dai risvolti industrial del combo australiano lasciano al riffing la libertà di ringhiare nelle proprie movenze, creando linee cadenzate e ritmate, sorrette dal continuo pattern ritmico della batteria. Il lato più industrial e gli scenari di tipo elettronico sono uno sfondo che a volte entra nel tessuto dei pezzi con decisione oppure si limita a stare sullo sfondo. Il risultato è una band fatta di energia e di solida forza e ossessiva aggressività. “Teeth”, canzone già ascoltata nel precedente e omonimo EP, propone anche diversi scatti blackened metal a testimonianza di quanto i The Amenta possano spingere sull’acceleratore. L’estrema velocità e aggressività della band mi ricorda alcune cose dell’estremismo polacco (di sicuro Behemoth e Vader). Buona la proposta di “The Argument”, dove momenti di brutalità carnale (la band nelle foto promozionali punta molto sull’aspetto del fisico, del corpo, come anche in passato, ma non chiedetemi di approfondire, non ho i testi) sono intervallati da inserti di synth, sampler ed un’effettistica particolare. “Cell” possiede il trono dell’elettronica. Batteria programmata, synth, un clima drum ’n bass che si ripete a più riprese in questo pezzo molto più industrial rispetto a tutto il resto. The Amenta sono sicuramente l’espressione di forza e di strenua e feroce aggressività. L’elettronica è un aspetto marginale, ma non per questo superfluo nella definizione del sound. L’ascolto di “Flesh is Heir” diventa una vera tortura emotiva.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10