(Debemur Morti Productions) Provengono da una lunga pausa i The Amenta, infatti l’ultimo album “Flesh Is Heir” è del 2013. Quattro album e altrettanti EP in quasi vent’anni, più una ‘vita precedente’ con un altro nome per gli australiani. Una band con i suoi tempi, atipica forse e quanto il proprio suonare. Di loro spesso si usa l’appellativo di industrial death metal per quanto concerne lo stile e tuttavia pare qualcosa di più. Uno stiler fatto di masse nervose di suoni, pilotate tra fasi irruente, scorbutiche, altre di un calma ipocrita perché la tensione, l’ansia sprigionata da queste atmosfere è sempre palese. Onnipresente. In tre quarti d’ora d’ascolto di “Revelator” si affronta il buio. Si entra in un vortice oscuro. Una successione di cose tra blackened death metal, i risvolti industrial, avant-garde, noise che tinteggiano atmosfere mai rassicuranti. Un album difficile, complesso, lunatico, un ascolto scomodo e che non mette a proprio agio il fruitore.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10