DCD 3_2-B_montaz(De Tenebrarum Principio) La one man band svedese Lustre ormai è un astro ben definito nella decadenza della notte siderale. Ma cosa c’era prima? Quali sono le origini? The Burning è l’embrione, il preludio, la fase creativa originale. Se Lustre è una visione atmosferica di una depressione che si abbandona a concetti astratti i quali si fondano sull’infinta grandezza della natura, sia essa terrestre che universale, The Burning va oltre, prende più spazio, è un’esplosione emozionale immensa, la creazione di una dimensione, di un astro, di un mondo. Ci sono le tipiche keys di Lustre, ma qui sono quasi di contorno, di supporto ad una chitarra lacerante e quasi primordiale, mentre le eteree vocals di Lustre qui assumono una forma più terribile, un’immagine più oscura, più demoniaca. E se nella musica di Lustre tutto è armonia, equilibrio di elementi, energia della natura, nel caso di The Burning arriviamo a confini folli, tribali (un chiaro esempio su “Ancestral Dance of Anger”), capaci di toccare territori che vanno dal pre al post black metal. Intensa ed atmosferica “Black Source of Infinity”, inquietante “Doors to Open”, glaciale e subdola “Timeless Cosmic Unity” nella quale l’armonia atmosferica viene stuprata da vocals crudeli. Opera nell’opera “Nightside Wanderer”, tema diviso in quattro lunghissime parti (ciascuna con durate dai quattro agli otto minuti): tematiche ricorrenti, ipnotiche, materializzate da keys sublimi e devastate da chitarre prive di vita, mentre occasionali vocals rendono il terreno ancora più friabile, instabile, friabile sopra un profondo abisso pronto ad inghiottire. “Beyond Stars” trasporta l’ascoltatore in altri luoghi ignoti per quasi venti minuti di orrore, di fredde ambientazioni spaziali, uno spazio che è la vera rappresentazione del nostro limitato e terreno inferno. Più melodica l’imponente “Solitary Fields”, un pezzo pieno di armonia oscura, di condanna, di sintesi della fine. Chiude questo lavoro/raccolta (è tutto il materiale pubblicato come The Burning, un’ora e mezza, 2 CD in totale) l’inquietante “The Mighty Dead” che nella sua depressiva malevolenza è quasi l’elemento di unione tra The Burning e le origini di Lustre. Una release strana. Deviata. Intensa. Black atmosferico che si rifiuta di essere solo atmosferico. Che si rifiuta di essere solo black. Che si rifiuta di essere definito, descritto, limitato. Musica senza confini terreni, spirituali, universali.

(Luca Zakk) Voto: 8/10