(Shaman Voice Production) Nati da una costola dei pagan metallers francesi Himinbjorg, The Chant of Trees propongono un folk metal ricco di contaminazioni. La titletrack alterna una parte acustica, con parlato, a una improvvisa elettrificazione lasciata a intensi vocalizzi: ecco subito presenti le due anime del disco. Giocosa, medievaleggiante “Gaze of Time”, poi abbiamo quasi un quarto d’ora complessivo per le due parti di “The boundless Seas”, brano che inizia come le cose solenni di Osi and the Jupiter, e si apre poi a scenari addirittura post-rock, con la seconda parte che ricorda, vi giuro… Mike Oldfield! Al netto delle voci ‘wardruriane’, “War Day” ha i suoni degli Anathema di inizio 2000; tiene fede al proprio nome “Shaman”, dato che genera un’aura sacrale e raccolta. Emozionante il violino di “Springtime of the Soul”, che ricorda i Neun Welten; una certa abbondanza di parti parlare negli ultimi brani non inficia il risultato finale. ‘Meditative folk metal’, la definizione che la band stessa propone per la propria musica, può andare bene fino a un certo punto: anzi, è proprio nei passaggi elettrici che i francesi acquisiscono originalità e spessore.

(René Urkus) Voto: 7,5/10