copthedefiled(Nuclear Blast) I The Defiled sembrano una ricetta britannica, nata nella metà dello scorso decennio e definita nel 2011 con “Grave Times”, album che ha riscosso un certo successo. “Daggers” è un ulteriore sviluppo di questo insieme di ingredienti: industrial, metalcore, groove metal, nu metal. Soluzioni diverse eppure simili nel loro porsi e contribuire a realizzare un sound dal piglio moderno, evoluto e d’effetto. D’effetto perché il sound è pulito e d’impatto (le registrazioni sono avvenute in Florida con Jason Suecof, collaboratore di Trivium, Devildriver, ecc.) le melodie sono nettamente definite e risultano semplici e fruibili. Due ascolti e si familiarizza con i The Defiled e il loro metal appoggiato da elettronica e soluzioni neo-industrial (ad esempio “Saint and Sinners”) e con un groove in continuo fermento, potente e che rende molti passaggi vicini ad un thrash/metalcore, a momenti con derivazione groove metal. L’elettronica e il forte tasso di melodie (esemplari in “Five Minutes”, una sorta di ballad), spesso “alla mano” ed enfatizzate da cori, ricalcano soluzioni contemporanee e che sanno barcamenarsi tra idee dirompenti ed aggressive. Se le melodie però fossero più sviluppate, ne verrebbero fuori dei pezzi più interessanti. Le scariche violente, i blast beat, gli stop ‘n go e i breakdown non sono nuovi, non lo sono nemmeno i momenti solenni e marziali che di tanto n tanto ingigantiscono il songwriting (vedi “No Place Like Home”). Dunque un songwriting in parte standardizzato, visto che la band decide quasi sempre di superare i 4’ per enfatizzare i ritornelli e i bridge possenti. L’ascolto di “Daggers” sono 45’ passati in questo modo ed è un lasso di tempo più o meno gradevole, ma non di più.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10