(Soulseller Records) Terzo album per i norvegesi The Deviant che sfoderano del blackened death metal estremo, furioso e smaccatamente scandinavo. Si sente la tradizione death metal di quelle latitudini, quanto le variazioni irruente e nervose che spostano l’asse stilistico verso il black metal. Bravissimi i The Deviant a sbattere in prima linea la melodia, vera dea di questo culto sonoro. Tra atmosfere, refrain ipnotici quanto inquietanti, riff evocativi e poco rassicuranti, i The Deviant affrescano la propria musica con colori torbidi, oscuri. “Torment Inferno” è un esempio di come i The Deviant concepiscano in maniera ‘creativa’ i loro pezzi: prime battute sullo stile goothic-doom e poi avanti con un mid tempo incalzante e attraverso atmosfere infernali. “Atomic Dreams”, l’opener dell’album, è un altro esempio di quanto scritto. “It Has a Name” possiede sprazzi degli Slayer, a dire il vero spesso rintracciabili in alcune cose udite in questo “Rotting Dreams Of Carrion”. Dolgar, basso nonché voce del trio, padroneggia bene il suo strumento nelle fasi lente e in quelle dove una certa trepidante e malsana attitudine melodica emerge nelle fasi più lente. Le chitarre sono di Violator e lui è sempre padrone nei passaggi che vanno dal death al doom e fino al black metal. Merito anche di Bomber, non solo per i suoi raccordi ritmici ma anche per il fatto che contribuisce anche lui ai riff e alle fasi con assoli delle chitarre. Poco più di trentacinque minuti, otto pezzi e una personalità musicale infusa in uno stile sonoro estremo.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10