copthedillingerep(Party Smasher/BMG) Una volta un amico mi disse “devi ascoltare questi, a te che piacciono cose estreme ti entusiasmeranno”. Quando avviò la riproduzione di “Calculating Infinity” i suoi occhi vispi e le labbra a mo’ di sorriso, si stancarono nel non leggere sul mio volto i sintomi dell’entusiasmo! No dai, ricordi a parte i The Dillinger Escape Plan sono un grande gruppo e dal primo album ho sempre riconosciuto ai pazzi del New Jersey la capacità di avere un’idea e di saperla esporre. Secondo me i Dillinger non hanno inventato proprio nulla (andatevi ad ascoltare i Naked City), ma hanno saputo prendere tre o quattro cose (il più delle volte si parla di generi) e affiancarli, facendo in modo che la pericolosa miscela di esposizioni estreme e non, fosse una combustione spontanea e libera. Mischiare i generi o fare il mathcore (e qui parliamo della loro fase matura) non è semplice. Sarebbe come dire che per fare un’insalata o un minestrone basterebbe prendere più ingredienti e mischiarli. Il sale? Il taglio delle verdure? Dado? Carne? Solo olio? Spero sia chiaro.  “One of Us Is the Killer” è stato registrato in California con Steve Evetts (Glassjaw, The Cure, Suicide Silence) e denota i The Dillinger Escape Plan al loro meglio. Un giorno questo lavoro verrà conteggiato per essere tra i migliori della band. C’è la linea sonora di sempre, ovvero la costruzione di parti con eccentricità del basso, chitarre e batteria, l’ausilio dell’elettronica e il tutto sempre evoluto dal jazz e sempre verso direzioni inattese. Greg Puciato sembra avere un entusiasmo e coinvolgimento addirittura superiore rispetto agli ultimi anni e affianca al meglio quell’abilità della musica nel rendersi scorrevole, comunque e sempre. Echi dell’hardcore, del post metal, dei Faith No More/Mike Patton, frenesie vicine ai Meshuggah, in un gioco di specchi che confonde. Loro che riprendono certi modelli o sono quei modelli ad essere ispirati dai Dillinger? L’ascoltatore si ritroverà in una scatola cinese, dove improvvise aperture immense sconfinano in anfratti angusti per poi precipitare attraverso scale lunghissime. Non c’è momento alcuno di prendere respiro, è una corsa assurda “One of Us Is the Killer”, veloce e fulminante come i neuroni che si muovono nelle sinapsi, ma senza perdere di qualità. L’album fornisce qualche scorcio inatteso: adoro “One of Us Is the Keller”, una canzone molto più modale e comunque carica di tensione, la strumentale “CH 375 268 277 ARS” e almeno un altro paio. Tuttavia, e sia chiaro, non si può pensare a questo album e agli altri della band americana, estrapolando singole porzioni. I The Dillinger Escape Plan sono “il tutto” che scorre.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10