(Inverse Records) Sesto album per la complessa e stravagante band australiana. Album lungo (un’ora ed un quarto!), contorto, intenso e dannatamente oscuro… ma coinvolgente ed entusiasmante. Sembra quasi impossibile che i The Eternal possano rendere attraenti -e mai noiosi- pezzi dalla durata spesso oltre i 10 minuti (la opener, “The Wound”, sfiora i 20 minuti!), ma ci riescono, accompagnando l’ascoltatore attraverso percorsi malinconici ricchissimi di melodia suggestiva, il tutto supportato da strumenti ‘extra’ come il mandolino, arrivando fino alle tastiere di Martin Powell (My Dying Bride/ Cradles of Filth). “Waiting for the Endless Dawn”, però, marca una svolta; non siamo più davanti ad un goth rock leggero o ‘qualunque’, ma ad un qualcosa di molto più atmosferico e … pesante! Siamo su territori palesemente ‘Paradise Lost’, un goth-doom impattante, mai violento, sempre comunque incisivo… sicuramente intenso sia musicalmente che a livello di vocals (molteplici, growl compreso). Artisticamente siamo davanti ad una opera unica… probabilmente suddivisa in capitoli chiamati canzoni per pure ragioni discografiche. La verità è che dal primo all’ultimo dei 75 minuti, l’album suggerisce oscurità, provoca decadenza, risultando suggestivo, intenso, profondo, alettante e spesso decisamente pesante! Un disco da mettere sul piatto a luci spente… in cuffia, lasciandosi andare ai misteri di un labirinto ritmico e melodico di prim’ordine!

(Luca Zakk) Voto: 8/10