(Osmose Productions) The Evil ovvero ‘il male’, raffigurato con un’iconografia arcaica sulla copertina di “Seven Acts To Apocalypse”, è uno scorcio ipotetico dell’inferno. “Seven Acts To Apocalypse” è aperto dalla sabbathiana e mortifera “Envy”, la quale segna da subito le caratteristiche sia della band che del suo prodotto finale, cioè un doom ossuto, scandito e venato da melodie decadenti e fosche, da atmosfere grondanti angoscia e mostruosità. Sei anni dopo il debut album omonimo la band del Brasile riemerge nella sua integra oscurità, forza e mesta decadenza, celebrata dal cantato di Mistres Wournous. Lei è sublime, apporta anche impennate vocali importanti che amplificano il tono funereo che aleggia nella musica della band. Lei appare spiritata con le sue punte vocali da soprano. Alla chitarra il maestoso Wagner Antichrist, ex Sarcófago e addirittura con una breve militanza nei Sepultura. Il riffing è pesantissimo, scandito, un incedere pachidermico e possente quanto grondante di malefici e motivi funerei. Il resto, cioè la sezione ritmica di Theophylactus e Saenger, rispettivamente basso e batteria, arma di solennità il maestoso doom metal dei The Evil. Sette canzoni, sette rituali inquietanti dedicati e votati ai sette peccati capitali. Gli stessi che governano la dannazione all’inferno, un luogo che i brasiliani The Evil hanno forse intravisto e descrivono come rapiti di un senso artistico sinistro quanto superiore.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10