(autoprodotto) Atmosferici e pesanti. Estremi in forma cinica e crudele. Dalla Francia arriva con il secondo album questa formazione che fa parlare poco di se, lasciando sia la musica a svelare le carte, a spiegare, a lacerare e ferire. Un diabolico mix di urla, di growl, di elettronica, di industrial, di hardcore, di rabbia incanalata dentro gli amplificatori fino a farli scoppiare. Un disco, dei testi, che celebrano il collasso, la decadenza, ma in una visione di sopravvivenza, di lotta, di fiamme purificatrici che bruciano i nostri mali per farci risorgere più forti di prima, andando verso la prossima sfida, affrontando la cruda realtà. C’è una profonda e melodica oscurità in “Where The Sun Forgot To Rise”; aggressiva “The Great Reboot”, molto ben composta “In Gloriam Vitae”, trionfale la misteriosa “Madness Lethargica”. Breakdown laceranti con “Another Stampede”, contorta “May The Blood Be The Answer”, devota a dimensioni sonore siderali la conclusiva “Kings”. Un album che è pura catarsi, attraverso una ricerca interiore e un viaggio introspettivo pericolosissimo attraverso lati più inquietanti dell’esistenza umana.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10