(Nuclear Blast Records) Cosa succede se durante la noia mortale della farsa pandemica qualche amico alza il telefono e chiama qualche altro amico? O per meglio dire, cosa succede se cinque maghi svedesi di Göteborg, gente da sempre devota al melodic death, tra l’altro tutti passati -in una epoca o l’altra- per gli schieramenti degli In Flames, si incontrano? Cosa succede se questi individui decidono di fare qualcosa assieme? Ed ecco che i chitarristi Jesper Strömblad (il fondatore proprio degli In Flames!) e Niclas Engelin, il vocalist Mikael Stanne dei Dark Tranquillity, con il bassista Peter Iwers con il suo amico batterista Daniel Svensson, arrivano a mettere in piedi una vera e propria band con un nome iconico se consideriamo che la lista dei membri tutti associati a questo genere fanno amare immediatamente il progetto, prima ancora di ascoltare una singola nota. Cinque amici, cinque musicisti che si conoscono da una vita, tutti impegnati da decenni nello scolpire sulla pietra con il fuoco le regole del melo-death svedese. Certo, in questi dieci brani troneggia l’inconfondibile voce di Stanne… tanto da pensare ad un nuovo disco della sua band principale… ma questo è poi quel che succede ogni volta che un vocalist iconico si mette al microfono di una nuova band. Musicalmente è puro death melodico classico, ricco di growl, di clean, di melodia, di arpeggi, di atmosfera; brani come “A Truth Worth Lying For” coinvolgono al massimo, mentre canzoni come “Shadowminds” o “Days Of The Lost” elargiscono una carica energetica travolgente. Favolosa e dannatamente catchy “Gateways”, sognante “In Broken Trust”, emozionante “Last Of Our Kind”, con Matt Heafy dei Trivium come ospite. Quindi? Cosa resta? Un altro album dei Dark Tranquillity? Degli In Flames? Magari degli At the Gates? Niente di tutto ciò: “Days Of The Lost” è un maledetto disco di perfetto, sublime, completo, ideale e tecnicamente ineccepibile melodic death metal, quello svedese, quello di Göteborg, quello vero e puro, senza le divagazioni che ogni band ha voluto abbracciare o assaggiare nel corso degli anni. Un disco da ascoltare, da amare, un disco che si fa ascoltare, che si fa amare. E dietro le quinte, quindi? Cinque amiconi che, non ci sono dubbi, si sono divertiti un sacco a comporre e registrare questo materiale dal gusto anni ’90, forti del fatto che dopo tutto questo tempo non hanno più nulla da dimostrare a nessuno!

(Luca Zakk) Voto: 8/10