(Century Media Records / Sony Music) In tutta sincerità davo ammettere che mi sono avvicinato a questo album nutrendo aspettative piuttosto basse; sono passati otto lunghi anni da “Strengh In Numbers” (recensione qui), un lavoro che, pur non facendo gridare certamente al miracolo, ha avuto almeno il pregio di rialzare parzialmente le quote dei The Haunted dopo due release a mio modo di vedere scadenti come “Unseen” ed “Exit Wound”. Otto lunghi anni per una band in calo rispetto ad un inizio carriera partito con il botto possono essere un’eternità, durante la quale il rischio di cadere nel dimenticatoio è elevato; ma possono essere anche utili per ritrovare se stessi, maturare e ritornare con rinnovata ispirazione, cosa che è successa agli attuali The Haunted. “Songs Of Last Resort” spazza via tutta la mediocrità delle ultime release della band svedese, la quale si ripresenta completamente in palla, ispirata e incazzata come non succedeva dai tempi del clamoroso “The Haunted Made Me Do It”. La formula sonora è sempre quella che potremmo definire come ‘At The Gates meets Slayer’, uno stile che caratterizza i The Haunted da sempre, quella commistione tra melodeath e thrash, il tutto arricchito da sferzate hardcore nelle quali la voce del singer Marco Aro ci sguazza alla perfezione, solo che ora il combo scandinavo si prende la libertà di variare la proposta quel poco che basta per renderla fresca ed originale. Prendiamo ad esempio la conclusiva “Letters Of Last Resort”, insolitamente cadenzata, lenta e percussiva ai limiti dello sludge eppure potente, con la voce di Aro ringhiante come non mai: un brano che potrebbe rivelare un’interessante direzione alternativa per la band. I fans di vecchia data troveranno comunque pane per i loro denti con l’opener “Warhead”, ottimo biglietto da visita per il ‘ritorno a casa’ dopo tutto questo tempo. “Unbound” è furiosamente hardcore, dannatamente D-beat, un invito sonoro al pogo selvaggio, mentre “Collateral Damage” è monolitica e pesante, impreziosita da brevi arpeggi oscuri. I The Haunted tornano in grande stile con l’album forse più completo della loro carriera, riuscendo a progredire pur mantenendo fede al proprio stile.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10