(F.thebassplayer Records) Sono francesi, sono un duo, nella vita sono contadini (hanno un fattoria in Guascogna, la Lou Casse. Per davvero!), ma hanno messo anche in piedi una rock band fai-da-te… una band che è ha suonato diverse date oltreoceano e pure in questo continente, calcando pure il palco del Rock The Castle in Italia (guarda le foto qui). Ma loro non sono i nuovi arrivati, visto che “Horizon” è il loro nono album in studio, cosa che conferma un’attività intensa visto che sono o in circolazione dal 2008. Il fai da te è totale, è imperativo, tanto che pure l’etichetta è una cosa personale con un nome iconico (che per esteso è Fuck The Bass Player Records)… considerando che qui un vero bassista non è proprio presente (nemmeno sul palco!). Tutto ruota attorno il concetto di base, ovvero quello espresso dal singolo “Running a Family Farm is More Rock Than Playing Rock’n’roll Music”: si, perché spaccarsi la schiena sotto il sole in un campo, dall’alba al tramonto, oppure vedere vanificato il proprio duro lavoro dalle bizze di madre natura è sensibilmente più incasinato che salire in un tour bus, arrivare a destinazione, bere birra, suonare la chitarra, fare festa per poi ripartire verso la prossima destinazione, dove l’allegra ‘routine’ si ripete, più selvaggia che mai. Ogni canzone parla della vita vera, quella con ritmi dettati dalla terra; canzoni che combattono un sistema che vuole industrializzare o snaturare l’agricoltura oppure canzoni che ricordano momenti di vita, istanti di musica… fino a pezzi come “Rockophobia” nei quali la band si chiede cosa sia divenuto il rock oggigiorno… prendendo in giro un certo Iggy Pop… il quale è poi diventato ospite del brano! Ma alla fine gli The Inspector Cluzo cantano della loro vita, di cosa voglia dire mandare avanti una fattoria a conduzione famigliare sperimentando anche nuove tecnologie agro-ecologiche, sfidando i cambiamenti climatici, salvaguardando specie e dando nuova vita al punto di partenza di tutto: il seme. Musicalmente? Rock’n’blues, sia per lo stile, che per l’atteggiamento, ed ovviamente per i testi. Musica che racconta, che intrattiene, che smuove, che porta in giro, che trasporta lontano. E questo loro saltare da un tour bus ad un trattore, questo togliersi gli stivali per imbracciare la chitarra, non li ha distratti dall’obiettivo artistico: la band funziona, è un portento dal vivo e, per questo album, si è pure permessa la produzione di un certo Vance Powell, un signore che con il suo lavoro ha vinto ben sei Grammy Award!

(Luca Zakk) Voto: 8/10