(AFM Records) Semplice e diretto. E’ un concetto noto nel rock, anche se spesso ignorato. Non sempre la complessità artistica è quella che porta al successo. Molte volte, invece, sono due accordi ben suonati, sporchi, cattivi, semplici a fare la differenza. E questo i The Last Vegas lo sanno molto bene! Dopo esser stati lanciati da Nikki Sixx il quale ha curato la pubblicazione del loro disco precedente, hanno deciso di seguire i propri istinti. Abbandonano la scena di LA, e se ne tornano alla loro Chicago, dove iniziano a lavorare con  Johnny K (Megadeth, Airbourne). Decidono di curare tutto il lavoro in prima persona, e, rimanendo fedeli a quel concetto di semplicità, scatenano un’infinita energia, energia piena di calore, potenza, forza. E senza alcun filtro. Questo cambiamento è una cattiva decisione? Forse. Lo dichiarano loro stessi che spesso la peggiore delle decisioni è quella che deve essere presa. Il risultato evidenza che la che non si sono sbagliati, offrendo questa performance spontanea e diretta. Un album elettrizzante, tre quarti d’ora di hard rock dannatamente tosto, semplice, diretto. Riff che pulsano come vene, dentro le quali scorre un fiume di sangue in piena, una smisurata forza che travolge ogni cosa. Ogni canzone è grintosa, sporca, e cattiva. Riff sputati in faccia all’ascoltatore. La voce ha un timbro che manca di rispetto, una costante esibizione del dito medio. I fili più  scoperti? “Other Side” ed “Evil Eyes” sono irresistibili. Impossibile non scatenarsi con “She’s My Confusion”, dove emerge quella radice punk che la band stessa dichiara di avere. “Leonida” con il suo odore vintage rappresenta un pezzo divertentissimo, mentre “Devil In You” è quel momento di rock elettrico che non può mancare in un album di questo tipo, e nemmeno nella set list di un concerto! “You’re The One” è probabilmente la traccia più hard rock, forse più glam, dell’intero disco: immediatamente chiara, comprensibile, con i suoi riff che si stampano in testa in forma indelebile. Su tutto il disco spicca una voce sempre presente, mai stanca, mai ovvia. Fantastica sulla title track,  con un’ulteriore grande performance sulla power ballad conclusiva “Good Night”. Un album che non inventa nulla di nuovo, ma che rappresenta una sorgente di divertimento infinita. Un disco che libera la mente, uccide i pensieri negativi e che fa scatenare il corpo.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10